Frazione di Ponte Storto

Frazione di Ponte Storto


Frazione di Ponte Storto


Ponte Storto, frazione di Castelnuovo di Porto, sorge al km. 13 della via Tiberina, sul luogo di importante nodo stradale noto fin dall’antichità, in corrispondenza di uno scalo fluviale e di due antiche vie, la via Tiberina, e l'altra che andava verso la Flaminia con un andamento simile a quello dell’odierna via Montefiore, che oggi collega lo svincolo autostradale al centro storico di Castelnuovo di Porto. La Via Tiberina, che si diparte a Prima Porta dalla Via Flaminia è probabilmente una delle più antiche strade del Lazio arcaico, in quanto le vie più antiche della regione seguivano la valle del principale corso d’acqua: Il Tevere. Raggiungeva Lucus Feroniae nel territorio capenate ed attraverso il sistema viario trasversale contribuiva a collegare la Sabina ed i territori di Faleri, Capena e Veio.

Il Tevere, fiume navigabile ha inoltre caratterizzato fortemente lo sviluppo del territorio fin dall’antichità e, nel medioevo ogni comune limitrofo al suo corso possedeva un approdo: Castelnuovo aveva il Porto del Grillo a Ponte Storto. La navigazione sul Tevere per merci e passeggeri è stata attiva fino al 1878.
Secondo studi effettuati dalla British School negli anni 70, uno dei primi insediamenti nell’ambito del territorio di Castelnuovo è un villaggio Neolitico del bronzo nell’area di Montefiore, verso il grande bacino fluviale.
Nell’antichità la zona ricadeva nell’ambito territoriale della popolazione capenate. I Capenati, popolazione indoeuropea con lingua e cultura originali, occupavano un territorio che si estendeva dalle pendici del Monte Soratte fin a lambire i territori di Roma, e dalle sponde del fiume Tevere alla consolare Flaminia. Impegnati con i Veienti nelle guerre contro Roma, capitolarono sotto la forza di Roma nel 396 a.c., i territori furono annessi a Roma costituirono sede della tribu stellatina. In epoca romana, il territorio fu denominato “Patrimonium caesaris” per via dei compensi stabiliti per i veterani di Cesare, in appezzamenti di terreno dell’agro e fu caratterizzato dalla formazione di un sistema di ville rustiche delle quali restano numerose tracce.
Una delle caratteristiche fondamentali per lo sviluppo di questo territorio, oltre al fiume Tevere risiede nella conformazione geologica del territorio ed in particolare nelle colline di formazione vulcanica che delimitano la Valle del Tevere verso Ovest e che nei secoli, per la grande presenza di tufo, il così detto tufo giallo di Grotta Oscura, hanno rappresentato una delle maggiori fonti di materiale da costruzione. Le cave antiche di maggior estensione e da cui deriva il nome del tufo impiegato fin dall’epoca etrusca sono quelle di Grotta Oscura, ma tutto il territorio è caratterizzato da fronti di cava, a cielo aperto ed in galleria di cui resta un esempio significativo proprio a Ponte Storto: un complesso di arenari denominato Grotta Colonna e riportato nel 1674 nella carta del Mattei.
Le caratteristiche del luogo, la presenza del Tevere, delle colline tufacee e di ampi spazi pianeggianti e fertili adatti alla coltivazione hanno quindi caratterizzato la zona indirizzandone lo sviluppo in conformità con la vocazione naturale dei luoghi.
All’inizio del secolo scorso la zona apparteneva prevalentemente ai principi Boncompagni ed era amministrata attraverso aziende agricole sparse nella campagna. A Ponte Storto esistevano solamente il centro agricolo all’incrocio con Ponte del Grillo, gli edifici Paradisi, Rossi, Pernaiachi e la casa cantoniera; nella zona detta Girardi esisteva solo un edificio adibito a caseificio ed un altro a spaccio di generi alimentari.
Alla fine degli anni trenta, un primo movimento di migrazione interna con l’arrivo di contadini, provenienti da Marche e Veneto in particolare, chiamati dal principe Francesco Boncompagni per coltivare le sue pianure lungo il Tevere iniziò a popolare la zona. Successivamente sorsero le aziende agricole di Rinaldi e di Amati e a quest’ultimo deve il primo insediamento industriale della zona, un mattatoio con annesso impianto per l'inscatolamento delle carni, il cui rudere, esempio di archeologia industriale fa ancora mostra di sé presso la vecchia chiesa di S. Lucia.
Negli anni quaranta il consolidarsi delle attività produttive richiamarono altra manodopera dall’ Emilia Romagna e dall'Abruzzo ed è in questo periodo che la residenza temporanea, legata alla stagionalità del lavoro iniziò a divenire stanziale formando il primo nucleo residenziale che sorse in modo spontaneo privo di un centro legato alla socialità, che era relegata nel negozio di alimentari e nelle osterie, mentre per le funzioni religiose venivano utilizzati locali messi a disposizione dall’azienda di Rinaldi. La costruzione della prima chiesa, Santa Lucia, consacrata nel 1952 e che divenne parrocchia nel 1961, fu realizzata con il contributo di proprietari terrieri, industriali, contadini e lavoratori delle cave. La stessa chiesa venne inizialmente utilizzata anche come scuola elementare.
Negli anni 50 e 60, iniziarono a sorgere nuove abitazioni nelle zone di Girardi e Bellavista, e la popolazione iniziò a crescere molto gradualmente, mantenendo però la sua impronta originale contadina
Fatto significativo e di non secondaria importanza nello sviluppo della frazione è stata l’assenza di una viabilità di collegamento diretta con il centro di Castelnuovo di Porto da cui la frazione dipendeva amministrativamente. L’attuale via Montefiore infatti è stata realizzata solo negli anni sessanta e fino a quel tempo era solo una piccola strada sterrata vicinale e per raggiungere Ponte Storto si doveva passare attraverso Riano.
Negli anni 70 si assiste a un altro importante fenomeno di migrazione interna, legato ai problemi abitativi di Roma che ha visto l’arrivo in massa di nuovi abitanti provenienti da Roma in località le Terrazze mettendo a confronto due realtà culturalmente differenti tra loro, quella tipicamente rurale radicata nel luogo e quella urbana.
Dagli anni 80 la popolazione di Ponte Storto ha continuato a crescere con i nuovi insediamenti di Colle Verde e di Colle del Fagiano. Alla fine degli anni 90 è iniziata la costruzione della nuova chiesa in posizione centrale rispetto allo sviluppo del nucleo urbano, consacrata nel 2003

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