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    Rocca Colonna, il palazzo ducale di Castelnuovo di Porto

CASTELNUOVO DI PORTO

Un Castello sulla Via Flaminia

Castelnuovo di Porto si adagia su un crinale, uno sperone di tufo stretto tra le valli del fosso di Chiarano e della Mola, a breve distanza dalla via Flaminia. La mole della Rocca Colonna, nel punto più alto del borgo, domina il paesaggio.

Incerte sono le origini del nucleo più antico: il nome di Castelnuovo di Porto suggerisce la ricostruzione di un “castello nuovo” sul luogo di uno antecedente. Il primo incastellamento, avvenuto prima dell’anno Mille, fu voluto dal principe e senatore romano Alberico, figlio di Marozia. Il borgo nei secoli si è sviluppato intorno al castello in cerchi concentrici e mantiene ancora oggi l’impianto medievale con la caratteristica conformazione delle case che degradano rispetto al castello arroccato sulla sommità del colle. Un tempo circondato da ville agricole e cave di tufo, Castelnuovo aveva con buona probabilità l’aspetto del paese raffigurato nell’affresco quattrocentesco del catino absidale della piccola chiesa di San Sebastiano. Sempre nel XV secolo i Colonna, che succedettero ai benedettini nel possesso del borgo, fortificarono il perimetro dell’abitato con massicce mura intervallate da torrette circolari. E ancora ai Colonna, Alessandro e Sciarra, si deve la trasformazione della rocca fortificata in palazzo rinascimentale. Dentro la cinta urbana, a nord ovest della rocca, si trova la collegiata di Santa Maria Assunta, più volte trasformata nel corso del tempo e affiancata dalla torre campanaria del XIII secolo. Le antiche case di piazza Piave e via del Garofalo rimandano all’impianto medievale.

Il centro storico di Castelnuovo di Porto è compreso nel Parco regionale di Veio, istituito nel 1997 per proteggere ciò che resta della biodiversità in aree profondamente trasformate dall’uomo, come questa alle porte di Roma. Il paesaggio è agricolo e ricco di boschi, gli alberi più diffusi sono il cerro, la roverella, l’acero campestre e il pioppo nero, e tra gli animali presenti si notano il nibbio, il gheppio, il picchio e l’istrice. All’interno del parco è possibile visitare i ruderi di Belmonte, un villaggio rupestre altomedievale fortificato con la torre svettante, abbandonato dai suoi abitanti assediati dalla peste e dai barbari, che ripararono nel più protetto “CastellumNovum”. E da questo CastellumNovum lo sguardo spazia fino alla valle del Tevere, dove sono ancora presenti le cave romane di tufo, prezioso materiale trasportato via fiume fino a Roma per edificare la città Caput Mundi.

Testi storici a cura di F.Polinari, M. Gallinelli e P.Bartolomei.
Si ringrazia per il contributo V. Berenato, M. Boac, N. Cipriani, A. Piluso, J. Coelho, G. Ferraro, R. Moroni, G. De Luca.
 

Appare come un sogno e al tempo come una memoria, la Terra dal Canto Infinito, dove i versi non hanno tempo

Sonia Giovannetti – Scrittrice e Poetessa

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